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#lezionidimodainpillole 5
Moda e Morte, come sorelle. Giacomo Leopardi

Dalle Operette Morali di Giacomo Leopardi del 1827, il bellissimo dialogo tra Moda e Morte, definite figlie di caducità, entrambe impegnate nel distreuggere la società del suo tempo, la società moderna che sarebbe presto diventata società dei consumi.

La Moda è follia e vanità, non mira al benessere dell’uomo, ma mette in atto pratiche volte al suo star male. Anche la morte opera in questa direzione, per vie diverse. Alla moda non interessa che l’uomo o la donna stiano comodi nei vestiti che portano, e li sottopone a vere e proprie torture - bustini così stretti da far schizzare gli occhi fuori dalle orbide, bruciature e foracchiature a nasi labbra e orecchie.

Leopardi stabilisce anche il principio dell’immortalità della moda, la moda non è soggetta al tempo. c’è sempre una moda che ne sostituisce un’altra. La moda continua a rinnovarsi, gli uomini la seguono senza rendersene conto.

La moda crea novità e mutamento, ma con un fine ultimo distruttivo, partecipando al progetto della Morte. Per questo si possono considerare come SORELLE.

L’iperbole di Leopardi funziona. da un lato enuncia la verità, dall’altro la esagera, per portarci infine a riflettere più profondamente sulle nostre scelte in fatto di vestiti e accessori.

D’altra parte, con parole certamente molto meno efficaci: a chi non è mai capitato di citare il detto:

“se bello vuoi apparire, un poco devi soffrire?”

Moda e Morte: sono presentate come Sorelle da Giacomo Leopardi nelle sue Operette Morali, scritte nel 1827. Entrambe figlie di Caducità, lavorano insieme con un fine distruttivo nei confronti dell'uomo. Per la morte l'associazione più ovvia, ma per la moda? Perchè Leopardi scrive che lavora per il malessere dell'uomo? Scopriamolo insieme nella #5 puntata di "Lezioni di moda in pillole".

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