Passato, presente e futuro questa è la moda.
Una meravigliosa galleria d'arte ricca di colori, tessuti, tagli e idee che rispecchiano la vita e l'operato di ogni designer.
Oggi vi racconto Chiara Boni, stilista fiorentina.
Come si intuisce dalle sue parole l'amore per la Moda nasce dall'osservazione.
L'accompagnare la madre, donna di estrema eleganza, nelle sue frequentazioni di atelier e sartorie le svelò in modo naturale i segreti del corpo femminile e da qui nacque la voglia di valorizzarlo.
A quei tempi non esistevano delle vere e proprie scuole di moda, la sua esperienza a Londra, città multietnica e rivoluzionaria, nel 1971 le aprì nuovi orizzonti. La capitale inglese fù per Chiara Boni un vero stimolo, un nuovo modo di pensare libero e fuori dagli schemi, differente da tutte le altre città del mondo.
Il ritorno a Firenze diede il via alla sua carriera di stilista, grazie al supporto di suo marito, con l'apertura della sua prima boutique – suo grande sogno fin da bambina nonostante la madre fosse contraria, non ritenendola idonea a una ragazza “ per bene” - e il brand “You Tarzan Me Jane”, una vetrina sperimentale, con all'interno un tendone da circo che attirava personaggi di ogni genere.
Una donna che ha saputo mettersi in gioco in tutti i campi, dalla televisione alla politica, con sempre maggior visibilità internazionale, fino alla nascita de La Petite Robe nel 2007, brand in cui la sua passione per la lycra prese forma.
L'abito che indossiamo non deve coprirci come un'armatura ma può essere confortevole.
Può darci libertà di movimento e da questa idea la scelta del tessuto stretch, chic ma pratico; un materiale che si adatta a tutte le forme e a tutte le occasioni, come messo in evidenza varie volte dalla stilista.
Vestire la Moda ispirata dalle donne con stile e istinto.
Il suo obbiettivo è creare un abito che non sia più forte della personalità di chi lo indossa ma che dia la libertà di personalizzarlo e renderlo unico per ognuna di noi attraverso l'utilizzo degli accessori.
Quello che mi ha colpito di lei è il suo sorriso, la sua solarità.
Una donna affascinante e ammaliante.
Seguendo la sua carriera, osservando i suoi abiti e conoscendola attraverso i social ho potuto apprezzarne le molte sfaccettature e sapere che, come me, adora osservare le persone, il loro modo di muoversi, di vestirsi e i loro colori.
Questa è la Moda.
Grazie a Chiara Boni per la disponibilità.
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Intervista
Qual'è la collezione che ha dato una svolta alla tua carriera?
C'è stata “You Tarzan, Me Jane” negli Anni '70, il mio primo brand di rottura rispetto al rigore che allora imponeva la Moda italiana. Allora fui pioniera della sperimentazione, quella stessa sperimentazione portata avanti negli anni con la ricerca sui tessuti fino a La Petite Robe nel 2007 che è stata la mia rivoluzione contemporanea: un'intera collezione di abiti realizzati in un unico materiale che non si stropiccia, si lava in lavatrice, non si stira e da sempre ha un'anima sostenibile, 100% Made In Italy.
C'è uno stilista o un artista che ha influenzato le tue scelte nella creazione dei tuoi abiti?
La mia creatività è visiva, avanza per immagini. E' attraverso gli occhi che la alimento, che si tratti di guardare un paesaggio, un film oppure un libro. Guardare è la mia vera ispirazione.
Vista la tua attenzione alla femminilità, cosa ti senti di consigliare alle donne per avere più consapevolezza del proprio io?
Di osservarsi allo specchio e di fare finalmente pace con la propria immagine. Per mettere in risalto i tratti della propria identità basta scegliere di indossare qualcosa che la interpreti non che la nasconda solo per seguire l'identità collettiva di un trend.
Come ti descriveresti?
Imprenditrice e Direttore Creativo. Sognatrice.
Conclusa l'emergenza quali protranno essere le conseguenze sulla moda e come dovranno comunicare i brand nel prossimo futuro?
L'emergenza, e l'insicurezza che ha provocato, hanno imposto alla Moda flessibilità. Riuscire a ripensare alle consegne in tempi ridotti perchè la domanda arriva più tardi e richiede una risposta immediata. Credo che la Moda continuerà a essere flessibile dopo l'emergenza e sempre più in ascolto dei suoi utenti/clienti come ha imparato a fare nei lunghi giorni di dirette Facebook e Instagram.