Gli E-WASTE sono i rifiuti tecnologici, come vecchi computer portatili, televisioni, smartphone oppure grandi elettrodomestici.
Tutti oggetti che affollano le nostre cantine o le soffitte, dove si accumulano ogni anno sempre di più, magari ancora perfettamente funzionanti.
Questo tipo di rifiuti è praticamente raddoppiato negli anni, superando in tonnellate anche la plastica. Purtroppo a differenza di quest’ultima solo una piccola percentuale di componenti di rifiuti elettronici può essere riciclata, come ad esempio i metalli preziosi di cui in particolare sono fatte ad esempio le schede madri, gli smartphone ed i microchip.
Ogni anno sono recuperati metalli preziosi dagli E-WASTE per un valore complessivo di circa 45 miliardi di euro.
Questi rifiuti tecnologici contengono tuttavia anche del materiale molto dannoso per la salute dell’uomo e del pianeta Terra, come il cadmio, il mercurio, l’arsenico ed il piombo. Anche questi elementi possono essere riciclati a patto che non vegano abbandonati, contaminando il suolo e l’acqua di falda.
Ma non parliamo solo di rifiuti solidi che devono essere smaltiti, ma anche dell’energia che è necessaria per far funzionare in maniera ottimale i data center di big come Google, Meta. Tutta la rete internet e le strutture di supporto consumano il 3.7 % delle emissioni globali di dioxite, una somma pari a quella prodotta da tutta l’industria aereonautica globale.
Anche se i dati sono in forte tendenza al rialzo, le associazioni e le aziende leader del settore si stanno attivando per trovare delle soluzioni per ottimizzare l’impatto ambientale della tecnologia sull’ambiente, ad esempio la DELL, ha annunciato che tutti i suo packaging e buona metà dei componenti dei suoi prodotti saranno riciclabili entro il 2030.
Nel nostro piccolo ad esempio possiamo scegliere di acquistare un Sito Web Low- Impact, sviluppato con delle tecnologie che riducono il più possibile il consumo di energia e di emissioni di Co2.