Dopo la presentazione della rivista EKI 05 "Erotic Light" e il talk di giovedì 6 marzo, presso la nostra libreria di Firenze, con le fondatrici di Eki Magazine, Camilla Cattabriga, Claudia Sicuranza ed Eleonora Contessi, approfondiamo il nuovo numero Eki 05 dedicato alla luce erotica.
Questo issue esplora l’eros nell’arte attraverso il filtro distintivo di Eki: la luce.
1. EKI Magazine nasce come un tributo alla luce e alla sua potenza evocativa. Come è nato il concept della rivista e qual è stata la scintilla che ha dato vita a questo progetto?
Eki Magazine nasce dopo la nostra comune formazione al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove noi tre fondatrici, ci siamo incontrate durante il corso di Direzione della Fotografia. La luce dunque è sempre stata la nostra materia prima di lavoro. Da questa esperienza condivisa, abbiamo voluto unire il nostro amore per la carta e per la luce, creando Eki.
Eki esplora il ruolo della luce non solo nel cinema, ma in tutte le arti, perché essa è la base di ogni forma creativa. Dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al teatro o l’architettura, la luce è un linguaggio universale che attraversa ogni disciplina, rendendo visibile l'invisibile e trasformando il nostro modo di percepire il mondo.
Inoltre ogni disciplina è intrinsecamente legata alle altre, in un gioco di rimandi e contaminazioni che arricchiscono il nostro linguaggio creativo. Limitarsi ad una sola forma d'arte, quindi, ci sembrava limitante.
L'obiettivo di Eki quindi è quello di accogliere artistə che lavorano con la luce, utilizzandola non solo come mezzo tecnico ma come elemento che ispira, che trasforma, che emoziona.
2. Eki Magazine è un progetto editoriale che unisce arte, luce ed esplorazione visiva. Come è strutturata la rivista e quali tipologie di contenuti possiamo trovare all’interno di ogni numero?
Ogni numero di Eki è strutturato in modo da offrire una panoramica completa e variegata sulla tipologia di luce trattata in quel determinato numero. Contiene cinque interviste ad artistə che esplorano mondi creativi differenti, articoli approfonditi e quelle che noi chiamiamo 'Glimpse': piccoli focus su artistə, opere o concetti specifici.
Ogni numero presenta anche tre artistə selezionati attraverso la nostra open call, un moodboard che racconta, a livello storico e iconografico, come quel particolare tipo di luce è stato trattato nel corso del tempo, e infine, una playlist con brani scelti dagli artistə.
Nel nuovo numero, Eki 05 - erotic light, abbiamo anche aggiunto una rubrica letteraria intitolata Tales of Light, un poster estraibile, e cambiato la rilegatura, optando per una filo refe a vista.
Ci piace pensare a Eki come a uno spazio ricco di piccole sorprese: ogni numero si apre con una busta contenente una poesia e, come omaggio per il lettore chiediamo sempre al direttore o alla direttrice della fotografia intervistati di scegliere una gelatina colorata in sintonia con il tema dell’issue, che inseriamo tra le pagine della rivista.
3. L’erotismo e la luce condividono una dimensione di mistero e suggestione. Come avete affrontato il tema dell’erotismo nella vostra rivista e quale ruolo gioca la luce in questa narrazione visiva?
In Eki 05 - erotic light, il nostro obiettivo non era tanto quello di esplorare l'erotismo in sé, quanto raccontarlo attraverso il nostro filo conduttore: la luce. Volevamo raccogliere immagini, idee ed esperienze di artistə che avessero utilizzato la luce in modo, secondo noi, rilevante e affascinante per creare atmosfere che possiamo definire erotiche. L’erotismo, essendo estremamente soggettivo, ci interessava trattarlo da diverse prospettive.
C'è chi ad esempio esplora la sfera erotica con colori saturi e vivaci, creando ambienti dove ogni dettaglio è messo in evidenza, e chi, invece, gioca con luci e ombre, privilegiando tonalità più sottili e sfumate.
4. Viviamo in un’epoca in cui l’immagine è onnipresente e spesso consumata in modo veloce e superficiale. In che modo Eki Magazine si inserisce in questo panorama e qual è la vostra visione dell’arte nell’era digitale?
Eki nasce proprio come una risposta a questa velocità, abbiamo scelto di fare un magazine cartaceo per proporre un oggetto da esplorare, riflettere e vivere più lentamente.
Ogni numero è pensato per stimolare una lettura profonda, invitando il lettore a immergersi nell'arte e nella luce attraverso un approccio che va oltre il semplice consumo visivo.
Tuttavia, non rinneghiamo l'era digitale; anzi, ne siamo grate, ci permette di rendere più accessibile la ricerca per i nostri contenuti, ci permette di entrare in contatto con artistə in tutto il mondo e anche di far conoscere la rivista a un pubblico globale. L'era digitale ha certamente trasformato il panorama dell'arte, e noi cerchiamo di usarla in modo consapevole.
5. Ogni numero di Eki esplora un tipo specifico di luce. Qual è stata finora la sfida più stimolante nel declinare la tematica della luce in modi sempre nuovi e inaspettati?
Con Eki 01 abbiamo esplorato il tema della luce notturna, mentre con Eki 02 ci siamo concentrati sulla luce solare. Eki 03 ha trattato la luce nel digitale, Eki 04 ha approfondito la luce spirituale e, infine, con Eki 05, di cui abbiamo parlato prima, abbiamo affrontato la luce erotica.
Probabilmente, questo ultimo numero è stata la sfida più stimolante, proprio perché l’erotismo è una tematica estremamente soggettiva e sfaccettata.
Anche solo tra noi tre, abbiamo dedicato molto tempo a discutere su cosa possa essere considerato erotico e cosa no, cercando di definire un confine che, inevitabilmente, si fa più fluido e personale.
Questo ci ha portato a riflettere a fondo su quali artistə coinvolgere, cercando di includere voci che, con sensibilità e originalità, potessero esplorare questa dimensione della luce.
6. Eki si propone come uno spazio di dialogo tra artisti affermati ed emergenti. Qual è il criterio con cui selezionate gli artisti e i contenuti da pubblicare, e quali caratteristiche ritenete essenziali in un’opera per essere parte del vostro progetto?
Per noi è importante che Eki raccolga il lavoro di artistə sia affermati che emergenti, provenienti da tutto il mondo, e che dia spazio in modo equo a voci di entrambi i generi.
Discutiamo a lungo su ogni proposta perché il nostro obiettivo principale è far emergere diverse possibilità di lavorazione con quella specifica tipologia di luce di cui tratta il numero, esplorando le più varie tecniche e approcci possibili. Spesso dobbiamo limitarci, perché ci facciamo trasportare dalle nostre ricerche e scoperte, ma purtroppo dobbiamo rientrare in un determinato numero di pagine.
EKI magazine