Non è un trendbook, non è un saggio.
“ Si tratta di un powerbook”.
Così lo definisce la trend forecaster olandese Lidewij Edelkoort, fondatrice e amministratrice delegata di Trend Union.
Fashion Room ha ospitato lo scorso 1 Dicembre la sua presentazione del progetto Proud South, disponibile presso la libreria.
È stato un vero e proprio onore poter incontrare e ascoltare direttamente dalla creatrice l’idea e il concetto dietro il libro.
Una vera esperienza visiva che esalta le nuove menti creative nel sud del mondo.
Il libro, curato da Edelkoort con la collaborazione con Lili Tedde & Mariola Lopez Mariño, si propone affrontando vari temi attraverso artisti, artiste, fotografi, fotografe, stylists, designers, scrittori, scrittrici, attivisti e attiviste che cercano di dimostrare che una generazione di creativi e giovani dell’altra faccia del mondo si vuole alzare in piedi, esprimendo la tradizione, la loro cultura, il loro artigianato, la manualità che li rende unici.
I protagonisti del progetto provengono dall’America Latina, Asia meridionale, Sud-est asiatico e Africa come ad esempio Mous Lambarat che regala al lettore fotografie dalla composizione e da un’estetica affascinante. Queste comunità sono forti e non hanno più bisogno di aspettare l’Occidente o di avere la sua approvazione.
Ogni capitolo si lega ad un colore che oltre ad esprimere un tema, tramite le foto scelte crea un’esplosione di energia percepibile sfogliando ogni pagina.
Nel libro si parla de-colonializzazione, inclusività, ecologia e armonia di insieme.
Un’armonia del mondo in cui immagini da luoghi lontani vengono unite insieme rendendo una sensazione di equilibrio e coesistenza.
Interessante è la sezione dedicata al “Manifesto about Fashion as Resistance” di Carla Fernandez, la quale inizia spiegando che un giorno ci alzeremo e non ci importerà più di quello che sta accadendo a Parigi. Ci dice che la moda è nelle nostre mani e siamo noi che possiamo far si che i vestiti che realizziamo non abbiamo lo scopo di marcire in una discarica. No all’uniforme e no all’anonimato nella produzione. Tutti stiamo partecipando, da chi compra a chi lavora in fabbrica. L’attivista rilancia un si alla libera creatività, che ho trovato stimolante.
Nel breve manifesto si affrontano 10 punti che rivendicano la terra come l’origine del tessuto raccontando del Messico, le radici culturali come base da cui parte l’originalità, il vero lusso che non ha oppressioni e l’unicità nell’insieme di tanti elementi nel sistema.
Durante la presentazione viene data anche la definizione del nuovo cliente che non è più un consumatore ma diviene collezionista raccontando la moda come patrimonio umano. Fernandez riferendosi alla cultura messicana spera che i futuri “collezionisti” saranno i protagonisti e i custodi di un patrimonio a rischio di estinzione di cui conosceranno l'origine di ogni parte, ne comprenderanno il valore simbolico, il materiale e le tecniche utilizzate. I nuovi “collezionisti” tratteranno il prodotto come una vera e propria opera d’arte.
Il capitolo Proud and Tough racconta invece del South Africa con le immagini di Neville Trickett delle “carrot- pickers” di Durban. Sono una comunità di donne omosessuali che vanno ad incarnare l’archetipo maschile attraverso l’abbigliamento e il trucco. Le immagini mostrano queste donne piene di vita con barbe finte dipinte sui volti, outfit stratificati di vari materiali che risultano visivamente appaganti ed esprimono le loro forza, il loro coraggio e la loro indipendenza.
I colori attraversano i pattern tradizionali, gli accessori ed oggetti cerimoniali, le materie prime, le fibre, i volti delle persone e delle comunità. Le creazioni mostrate si rendono eterne ma anche attuali e ci parlano anche di innovazione. “La tradizione non è mai statica” Forse Edelkoort vuole discutere proprio di questo: l’innovazione che fa parte dell’usanza. Partendo dalle nostre radici dalle nostre tradizioni sviluppiamo nuove idee contrastando quella che è la ripetizione del fashion design che produce copie di copie.
Come ha detto lei stessa “Marketing is killing us, we stopped thinking”
Proud south è un manifesto di emancipazione del sud ma anche di rinnovamento e di liberazione dell’originalità che non si lega solo al prodotto e all’immagine ma ci parla del pensiero e delle persone nel mondo.
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