Il brand Yekaterina Ivankova è stato fondato nel 2017 da Yekaterina Ivankova, designer nata in Kazakistan che si è trasferita in Italia nel 2000.
La sua passione per l’Asia centrale, la sua cultura e l’arte dei prodotti fatti a mano ispirano la sua prima collezione. Un viaggio in Asia per conoscere la Seta, i profumi e la cultura dei tessuti fatti a mano, in particolare tessuto Ikat, una combinazione di tecnica e natura per creare un prodotto unico.
La sostenibilità fa parte del brand, nelle collezioni fanno la loro comparsa capi reworked, cambiando forma e carta modello.
Da dove nasce questa passione per il vintage e l’upcycling?
“Da quando mi sono inserita nel ambito della moda sono sempre stata attratta dallo stile vintage; sin da quando l’ho scoperto durante i miei studi al Polimoda, è stato come un amore a prima vista.
Le mie prime collezioni durante gli studi universitari nascevano a partire da pezzi di vecchi tessuti, di giacche di marinai o pittori.
Mi intrigavano tutti quei capi e quella tipologia di abbigliamento che già raccontava una storia. Di li a poco sarebbe nato l’upcycling.
Nonostante ciò avevo già iniziato per puro allenamento a modificare abiti vintage e cercare di dare una nuova vita ai capi introducendo forme moderne o contemporanee che fossero al passo con la moda attuale.
Continuando con gli studi e iniziando a conoscere i danni che la fashion industry causa nel pianeta mi sono resa davvero conto dell’importanza che aveva quel piccolo allenamento che io in realtà facevo per puro gioco.”
“Since I entered the field of fashion I have always been attracted to vintage style; since I discovered it during my studies at Polimoda, it has been like a love at first sight.
My first collections during my university studies were born from pieces of old fabrics, jackets of sailors or painters. I was intrigued by all those garments and that type of clothing that already told a story.
Soon upcycling would be born. Despite this, I had already started for pure training to modify vintage clothes and try to give a new life to the garments by introducing modern or contemporary forms that were in step with current fashion.
Continuing with my studies and starting to know the damage that the fashion industry causes on the planet I really realized the importance that had that little training that I did for pure fun.”
Quale materiale si presta meglio alla modifica e quale meno?
“In realtà sono convinta che si possa lavorare con ogni materiale. L’unica difficoltà è quando cerco di rielaborare capi derivanti dalla fast fashion, impresa ardua poiché sono capi di bassissima qualità, hanno vita breve.
In ogni caso basta capire che tipo di materiale si ha a disposizione e, anche se a volte con un po’ di fatica come nel caso della fast fashion, si può lavorare con tutto.
Sicuramente ci sono capi che hanno una storia più forte di altri, e con questi è più facile rimetterli in collezione anche con minime modifiche.”
“I am convinced that you can work with any material.
The only difficulty is when I try to rework garments deriving from fast fashion, a difficult undertaking because they are garments of very low quality, they have a short life. In any case, it is enough to understand what kind of material you have available and, even if sometimes with a little effort as in the case of fast fashion, you can work with everything.
Surely there are garments that have a stronger history than others, and with these it is easier to put them back in the collection even with minimal modifications."
Parlaci del tessuto Ikat
“Ikat è un tessuto fatto a mano e prodotto in Asia centrale, dove sono nata e ho vissuto fino ai 18 anni.
È una procedura particolare ed unica, fatta interamente a mano e artigianalmente, tanto che la tecnica rimane un segreto di famiglia custodito e tramandato di generazione in generazione.
I fili, di cotone o seta, vengono colorati a mano in modo naturale con coloranti derivanti da piante o fiori; il disegno viene deciso prima e realizzato sui fili stesi prima di diventare tessuto, che poi sarà completato in telai di legno sempre a mano.
È una tecnica antica e molto interessante, fa parte delle mie origini, delle mie radici, di me. Sono molto attratta da tutto ciò che richieda manualità e artigianalità e credo che inserendo queste tecniche per modificare i capi vintage e dando un tocco un po’ più moderno a quei capi vissuti, si ottenga davvero qualcosa di unico.”
“Ikat is a handmade fabric produced in Central Asia, where I was born and lived until I was 18 years old.
It is a particular and unique procedure, made entirely by hand and by hand, so much so that the technique remains a family secret kept and handed down from generation to generation.
The threads, cotton or silk, are colored by hand in a natural way with dyes derived from plants or flowers; the design is decided first and made on the threads laid out before becoming fabric, which will then be completed in wooden frames always by hand.
It is an ancient and very interesting technique, it is part of my origins, my roots, me. I am very attracted to everything that requires manual skills and craftsmanship and I believe that by inserting these techniques to modify vintage garments and giving a slightly more modern touch to those lived garments, you really get something unique.”
In che modo reperisci i capi vintage?
“Dipende, faccio molta ricerca. Molto materiale lo trovo nei mercatini dell’usato, ma altrettanto viene donato dalle persone soprattutto ad associazioni, con le quali io sono in contatto, che si occupano di recuperare capi usati e molte volte tutto ciò che non viene utilizzato da loro lo ritiro io per cercare di dargli un nuovo futuro.
Adesso ho iniziato a lavorare tanto con stock, grazie a collaborazioni con aziende che hanno campionari invenduti, o appartenenti ad aziende in fallimento, ecc..
In ogni caso ho molto materiale con cui lavorare, dato che ogni stagione rimane quasi il 70% di invenduto; perciò direi che la fashion industry ha proprio bisogno di designer che si occupino principalmente di upcycling.”
“It depends, I do a lot of research. I find a lot of material in flea markets, but it is also donated by people especially to associations, with which I am in contact, which deal with recovering used garments and many times everything that is not used by them I withdraw it to try to give it a new future.
Now I have started to work a lot with stock, thanks to collaborations with companies that have unsold samples, or belonging to companies in bankruptcy, etc ..
In any case, I have a lot of material to work with, since every season remains almost 70% unsold; therefore, I would say that the fashion industry really needs designers who deal mainly with upcycling.”
Cosa ha in più un pezzo vintage di uno nuovo?
“A me personalmente piacciono molto i capi vintage poiché hanno già una loro storia e in un certo senso una loro magia; sono capi vissuti che necessitano di piccole accortezze per diventare perfetti capi di abbigliamento alla moda; basta solo modificare alcune taglie che non vengono più utilizzate o stampe che non seguono più i canoni della moda, e con ben poco lavoro si trasformano in capi straordinari, unici.
Secondo me siamo arrivati in un momento in cui è inutile comprare numerosi capi sprecando soldi e inquinando, soltanto per riempire il nostro armadio, anzi, ciò di cui abbiamo bisogno è riconoscere che, oltre che più giusto per il nostro ambiente, è più importante indossare abiti particolari che ci rendano unici per raccontare anche noi una storia.”
“I personally really like vintage garments because they already have their own history and in a certain sense their own magic; they are lived garments that need small precautions to become perfect fashionable garments; it is enough just to change some sizes that are no longer used or prints that no longer follow the canons of fashion, and with very little work they turn into extraordinary, unique garments.
In my opinion we have arrived at a time when it is useless to buy numerous garments wasting money and polluting, just to fill our closet, indeed, what we need is to recognize that, in addition to being fairer for our environment, it is more important to wear clothes that make us unique to tell a story too.”
Libri d'ispirazione sul mondo della Moda
Articolo realizzato dagli studenti del master in Fashion Design & Management sostenibile dell'Accademia Italiana
“Mi sono ispirata al mio ritorno dopo un lungo viaggio nel luogo dove sono nata, il Kazakhstan, a fine anni 90. Giacche vintage di jeans e tranch, molto usati in quel periodo, cambiano la loro forma. Tutta la collezione è fatta con capi vintage originali, rielaborati e che cambiando forma e misura. Una contaminazione tra di loro fa si che tutti capi diventino unici, prendendo l’impronta e il sapore tipico dell’Asia centrale. Upcycling, Reuse ,Remode.”