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Diritti civili in Italia
LGBTQ+

Nel mondo, in 80 paesi l’omosessualità è considerata un crimine

In 7 di questi (Arabia Saudita, Iran, Mauritania, Sudan, Yemen, negli stati della federazione della Nigeria che applicano la sharia e nelle zone meridionali della Somalia) i rapporti fra persone dello stesso sesso sono puniti con la pena di morte.

Nel Rapporto annuale 2013 sulla situazione dei diritti umani nel mondo, Amnesty International ha denunciato violazioni dei diritti umani, aggressioni, intimidazioni e discriminazioni nei confronti di persone LGBTI in più di 40 paesi.

In Europa, nonostante ci sia stata in molti paesi un’apertura ai diritti LGBT, la situazione rimane ancora critica a causa del persistere di pregiudizi, discriminazione e violenza motivati dall’odio omofobico.

In Italia, la condizione delle persone LGBT non ha conosciuto nessun miglioramento di rilievo negli ultimi anni, in cui si sono invece intensificati attacchi verbali e fisici di carattere omofobico. Questo clima di intolleranza, purtroppo, ha trovato talvolta una sponda preoccupante in diversi esponenti politici e istituzionali.

La situazione viene oggettivamente aggravata dall’assenza di un’adeguata legislazione in materia di discriminazione omofobica, che renda i reati legati all’omofobia e alla transfobia perseguibili allo stesso modo di quelli di natura razziale o religiosa.

Ma diamo un’occhiata ai punti fondamentali che hanno cambiato la storia dei diritti della comunità LGBTQ in Italia.

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