Il jeans è ad oggi uno dei capi più iconici e diffusi in tutto il mondo.
Giuseppe Garibaldi salpò da Genova con indosso proprio un paio di jeans.
E pensare invece che il signor Levis Strauss non ne ha mai indossati un paio perché destinati a fasce di popolazione più povere, nonostante li abbia brevettati proprio lui e abbia fondato il marchio di jeans più famoso ad oggi conosciuto.
Il nome del Blue Jens deriva da “Blue de Jean”, cioè “blu di Genova” perché proprio da qui partivano verso Londra le navi con i carichi di questa stoffa. Si trattava di una tela, o meglio un fustagno, che doveva anche servire per coprire e proteggere le merci e vestire i marinai, perciò doveva essere molto resistente. Genova era in competizione con la città di Nimes (a sud della Francia) in cui veniva prodotto il “Serge de Nimes” ovvero la “saia di Nimes”, da cui deriva la parola “denim”. La differenza rispetto al Jeans in questo tessuto stava nell’armatura che era una saia e non più una tela, ma spesso la composizione era la stessa, in cotone e lino. Una piccola differenza poteva stare anche nel colore di trama e ordito che nel jeans erano entrambi blu mentre nel denim l’ordito era blu e la trama bianca. Ad oggi però non esiste quasi distinzione tra i due se non per il fatto che a volte venga utilizzato il termine denim per indicare il tessuto e la parola jeans per indicare il capo d’abbigliamento in sé, oppure per indicare la differenza di pesantezza tra i due tessuti.
I numeri del jeans sono esorbitanti:
ne vengono venduti 60 paia al secondo, quasi 4 miliardi all’anno in tutto il mondo e ogni americano ne possiede nell’armadio in media 7.
La produzione di un Jeans è piuttosto lunga ed inquinante con circa 100 metri di filo per cucire il capo e più di 7500 litri di acqua per un solo paio di pantaloni. Numerose sono però fortunatamente le innovazioni ecologiche come la tintura a schiuma o l’invenzione dei Levi’s 511 realizzati con vecchie t-shirt che permettono di risparmiare fino al 98% di acqua durante la produzione.
La data di nascita del denim è ufficialmente il 20 Maggio 1973 essendo il giorno in cui il sarto Jacob Davis e il fornitore di tessuti Levis Strauss ottennero la patente di registrazione del pantalone. I due hanno brevettato insieme il jeans anche se il modello originale viene da Davis, che però era molto povero e chiese al signor Strauss di collaborare non avendo i fondi disponibili per farlo autonomamente.
Un elemento fondamentale che ha reso questo capo d’abbigliamento un’icona è sicuramente la presenza dei rivetti in rame, ovvero i piccoli bottoni che fissano cuciture e tasche per rinforzare i pantaloni da lavoro e allungare la loro durata.
Il celebre logo del marchio Levi’s con i due cavalli risale al 1886, anno in cui inizia anche la produzione su scala industriale, mentre risale al 1890 il famosissimo modello 501.
Spesso ci sono stai molti amanti dei jeans ma molte persone li hanno anche odiati e addirittura nel 1951 il cantante e attore Bing Crosby venne rifiutato da un albergo perché indossava una giacca di jeans (ritenuta non abbastanza “da gentiluomo”) e non venne riconosciuto dalla reception fino all’arrivo del direttore che gli permise di pernottare lì, scusandosi per l’umiliazione subita.
In suo onore Levis produsse una giacca da Tuxedo doppiopetto su misura per la star con all’interno un’etichetta di pelle che recitava “Avviso a tutti i receptionist: ad un tessuto perfettamente appropriato e a chiunque lo indossi, deve essere assicurato l’accesso nei migliori hotel”.
Crosby decise di indossare proprio questa giacca, con un paio di jeans, per ricevere la sua cittadinanza onoraria in una cittadina del Nevada e da quel momento il completo giacca-pantalone in jeans prese proprio il nome di Tuxedo canadese.
Il jeans è anche un capo estremamente sonoro... proprio così: dai pantaloni di jeans si possono ricavare moltissimi suoni e ce lo insegna il musicista e music producer Andrew Wang che in un video su Youtube da quasi un milione di visualizzazioni fa letteralmente “suonare” un migliaio di jeans.
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Il video risale ormai a 12 anni fa e si trova in rete col nome di “MUSIC WITH 1000 PAIRS OF JEANS”.
Questi erano solo alcuni dati e cenni storici di un capo ed un tessuto iconici, ormai diventati un evergreen nell’armadio di ognuno di noi.
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