Da un'idea ad un concetto. Da un file ad un oggetto. In un mondo digitale dopo aver adottato l’usanza dello “scorrere” il dito sullo schermo, per quanto comoda e veloce, si prova ancora una profonda soddisfazione nel toccare la carta, passare le dita sfiorando le pagine con estrema cura, accarezzare la fragilità dei fogli.
Così mi sentii infatti, quando inizialmente presi fra le mani la prima edizione di Mr. Pink Pages.
Iniziato come un progetto per l’università si è poi trasformato, nel corso di un anno, in una critica sociale; un’espressione di creatività per molti artisti fino a diventare una ricerca della mia identità personale.
Mr. Pink Pages è una rivista che dalla tradizione propone una rivoluzione e una costante evoluzione, su come è vista la moda maschile, e soprattutto, come la mascolinità ed il successo sono considerati ora.
Ecco perché parte importante dell'ispirazione evolve attorno l'idea di uno yuppie, l'uomo d’ufficio sempre nel suo abito Armani che, con il suo nuovo Rolex calcola i miseri minuti di pausa rimanenti prima di tornare al suo frenetico lavoro. Falsamente interessato all’arte e la cultura rappresenta i valori opposti di ciò che la rivista vuole effettivamente trasmettere.
Il nome prende ispirazione da "Le pagine gialle", gli elenchi telefonici di imprese sparse in tutto il mondo fin dagli anni Sessanta.
Il nome è diviso in tre parti. La parola "Mr." non è solo un tramite che si riferisce esplicitamente al cliente ma, accostata alla seconda parola "Rosa", aggiunge un tono di ironia. La parola “Rosa”, infatti, è un tocco di critica a causa della storia e della psicologia di questo colore, da sempre stato associato con femminilità, innocenza ma anche sensualità. Infine, "Pages" è un riferimento diretto all'ispirazione, ma è anche un sostituto del "magazine” ossia rivista.
La rivista si avvicina al lettore di modo ironico ma giocoso con contenuti artistici e culturali. Basti vedere la prima parte costituita da pubblicità provocatorie e critiche formulate in chiave ironica.
Dopodiché procede in un alternarsi di editoriali ed articoli che promuovono gli altri “aspetti della vita che di solito sono costretti a nascondere” come l’innocenza e la giocosità, la sessualità e le loro più profonde emozioni, tutto senza perdere il glamour e la libertà di un nuovo stile, delle tendenze più iconiche del momento non dimenticando l’attenzione verso i capi “never aging” del guardaroba maschile.
Finalmente seguendo la via del giornale, una piccola sezione di intrattenimento che non perde la sua ironia caratteristica.
Il suo grande formato, A3, e la carta articolo, simile ad altre riviste come Interview e Hightsnobiety, mirano a ricordare un giornale, mentre i colori e le grafiche generano una dichiarazione moderna e vivida, inspirata al grande Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari, in “Toilet Paper”.
Uno degli obiettivi più importanti della rivista non è solo offrire un prodotto visivamente attraente ma essere in grado di creare un intero mondo di emozioni e sensazioni riguardo quella rivista, mantenendo quella identità. La rivista vuole offrire informazioni e conoscenze, ma anche un rifugio dalla serietà, un mondo visivo pieno di sensazioni. Una grande parte per essere in grado di raggiungere questo è la comprensione. Comprendere le radici, la comprensione di dove stiamo andando, e la comprensione del non sapere universalmente.
Abbiamo il dovere di accettare le nostre condizioni.
"Ricordiamo. Ci evolviamo. Provochiamo."
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